Biometano, nuovo “progetto BioCH4” per aiutare gli investitori a fare le scelte giuste

Da quest’anno, nell’ambito delle manifestazioni sull’acqua e l’energia organizzate da BFWE che si svolgeranno dall’11 al 13 ottobre nel quartiere fieristico di Bologna, prenderà il via anche il progetto BioCH4 dedicato al biometano, fonte pulita e rinnovabile fondamentale per contribuire a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e l’indipendenza energetica.  

Al progetto collabora Lorenzo Maggioni, agronomo ed esperto di biometano, che in questa intervista illustra gli obiettivi del nuovo evento per poi fare una panoramica sui benefici dell’uso del biometano, gli obiettivi fissati nel REPowerEU, le soluzioni tecnologiche più virtuose, i settori ottimali per usare il biometano, lo scenario nazionale e internazionale del settore.

Quali sono i temi che verranno trattati e gli obiettivi del nuovo progetto BioCH4? 

Il decreto 15 settembre 2022, meglio noto come “decreto biometano bis”, costringe gli imprenditori ad effettuare molteplici scelte strategiche. Per esempio, la taglia dell’impianto (che impatta anche sul meccanismo di incentivazione), l’utilizzo finale del biometano, la copertura dei servizi ausiliari, ecc.. BioCH4 si pone l’obiettivo di fornire agli investitori, soprattutto agli imprenditori interessati a convertire un impianto biogas esistente o realizzarne uno nuovo, strumenti conoscitivi utili ad effettuare correttamente queste scelte. Previsto il coinvolgimento di imprese agricole che stanno già producendo biometano, di Enti di Ricerca, di Studi Legali e di società operanti nel settore che presenteranno le proprie innovazioni.

Può elencarci i benefici di un uso maggiore di biometano? 

Il principale beneficio derivante dall’uso del biometano è la riduzione di gas climalteranti (in altre parole, la riduzione di anidride carbonica equivalente) rispetto ai carburanti e ai combustibili di origine fossile normalmente impiegati per i medesimi usi finali.

A ciò si aggiunge la trasformazione di un problema (FORSU e acque reflue civili) in una risorsa, la riduzione della dipendenza dai combustibili tradizionali che normalmente l’Italia importa da altri Paesi e la promozione di un modello economico fondato sulla circolarità nell'utilizzo delle risorse (è il caso del biometano agricolo).

Da ricordare, infine, che il biometano a differenza di altre fonti rinnovabili flessibile, efficiente e programmabile 

Quali sono i settori in cui è più efficace utilizzare il biometano? 

Riportando la definizione del DLgs 28/2011, il biometano è quel “gas ottenuto a partire da fonti rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del gas metano e idoneo alla immissione nella rete del gas naturale”. Tutti i settori (per esempio, industriale, residenziale, trasporti, ecc.) che attualmente usano gas naturale potenzialmente potranno sostituirlo con il biometano.

Tenendo conto di quanto contenuto nel nuovo decreto biometano e delle attuali tendenze di mercato, mi aspetto che i due settori dove il biometano troverà maggiore impiego sono quello dei trasporti, dove entro pochi mesi il biometano avanzato sostituirà completamente il gas naturale, e quello delle industrie “hard to abate”. 

In che modo innovazione, ricerca ed esperienza sono fondamentali per contribuire all’obiettivo fissato dal piano REPowerEU? 

Il Piano REPowerEU ha introdotto l’ambizioso obiettivo di decuplicare, nell’arco dei prossimi sette anni, l’attuale produzione di biometano. Obiettivo che potrà essere raggiunto solo grazie al contributo della ricerca e dell’innovazione da parte dei tanti Enti e delle tante società impegnate in questo settore e grazie alla preziosa esperienza che stanno accumulando i "pionieri" di questa virtuosa filiera produttiva.

La produzione e l’impiego di matrici alternative (per esempio microalghe); la produzione di biometano da processi alternativi (per esempio gassificazione); l’efficientamento degli impianti di digestione anaerobica e di upgrading del biogas a biometano sono solo alcune delle direttrici su cui si dovrà continuare a lavorare per raggiungere il traguardo. 

Quali sono le soluzioni tecnologiche più virtuose utilizzabili per migliorare l’uso del biometano? 

Difficile condensare in poche battute una risposta che meriterebbe una trattazione ben più ampia. Considero particolarmente virtuose tutte quelle soluzioni che consentono un impiego del biometano, sia in forma gassosa che liquefatta, in tutte quelle applicazioni dove finora non è mai stato usato (motrici ferroviarie, navi da crociera e traghetti alimentati a bioGNL; autoveicoli convertiti da diesel a biometano gassoso, ecc.).

Parimenti virtuose sono le soluzioni che consentono un riutilizzo dell’anidride carbonica che si può facilmente recuperare dal processo di upgrading del biogas a biometano. Infine degne di nota sono quelle tecnologie che, partendo dal biometano, consentono di ottenere altre bio-molecole (idrogeno da steam reforming; biometanolo, ecc.) indispensabili per il nostro sistema Paese.

A grandi linee, ci delinea lo scenario nazionale e internazionale del settore? 

In Italia, grazie al DM 02 marzo 2018, entro la fine dell’anno si riuscirà a sostituire almeno il 70% dei consumi di gas naturale nel settore trasporti con biometano avanzato. Risultato destinato a migliorare nei prossimi anni per effetto del decreto “biometano ter”. Inoltre, pochi giorni fa è stata pubblicata la graduatoria relativa alla prima procedura competitiva del Decreto 15 settembre 2022. Sono stati autorizzati 60 impianti che produrranno complessivamente circa 220 milioni di metri cubi di biometano all’anno. Un buon inizio (da considerare il poco tempo a disposizione degli imprenditori per l’iscrizione alla prima asta) che sommato ad alcune novità normative (DL Rigassificatori e Decreto “Garanzie di Origine”) lascia ben sperare rispetto all’obiettivo di 2,2 miliardi di metri cubi entro giugno 2026.
In Europa si registra una costante crescita del numero di impianti di biometano (negli ultimi due anni +20% di produzione). Interessante sottolineare come alcuni Paesi che finora non avevano alcuno schema di incentivazione per il biometano si stiano attrezzando per rispondere agli stimoli del piano REPowerEU.

A cura di Elena Veronelli